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Halloween sta arrivando: dalla tradizione al mercato globale

Fin dal principio della storia umana è usanza comune a tutti i popoli e tutte le culture rimembrare i propri defunti. Per essere più precisi dal momento in cui, con l’Uomo di Neanderthal, è iniziato il concetto di spiritualità – coincidente con il seppellimento e la cura dei (morti – volto ad esorcizzare il timore della morte stessa, andando alla ricerca metafisica di un aldilà, di un dopo che conceda speranza, attraverso l’ultimo viaggio a cui siamo destinati.
Siamo esseri mortali e dunque spaventati dal mistero che si cela dall’altra parte. Soffriamo della mancanza del nostro retaggio, manifestando la necessità di una più che giusta glorificazione di chi ha vissuto prima di noi. Siamo esploratori curiosi e amiamo suggestionarci.
Tutti questi ingredienti hanno portato, nel trascorrere del tempo, alla nascita di celebrazioni dei morti delle più disparate. In ogni epoca e in ogni luogo è sempre esistito un giorno deputato ai defunti e con lo stratificarsi delle esperienze vissute, è andato sviluppandosi un folklore dominato, appunto, dalla suggestione.

In Messico El dia de los Muertos, in Puglia La notte dei morti, in Sardegna (da più di tremila anni) Su mortu mortu (con i meravigliosi Mamutones), in Cina il Qingming, in India il Mahalaya Amavasya, in Bolivia la Festa dei Saluti, e così via. Nemmeno nominiamo l’infinita quantità di manifestazioni del genere che si svolgono in Africa, una per ogni singola confessione, tribù o villaggio.
E nel mondo anglosassone? Da più di mille anni si festeggia Halloween, mica da quando John Carpenter diresse il suo (splendido, imperdibile) omonimo film!
Tutto ebbe inizio in Irlanda, come quasi tutto il folklore trasferito nel Nuovo Mondo: la ricorrenza atta a celebrare i defunti sull’isola verde si chiamava (e si chiama tutt’ora) Samhain, ed era culturalmente assimilabile ai popoli Celti.
Il termine, di per sé, significa “Fine dell’Estate” e originariamente consisteva nel festeggiare l’inizio dell’autunno. Col tempo, e con l’avvento della cristianità sul suolo irlandese, tale celebrazione si mescolò con le varie rimembranze dei defunti sparse sul territorio, diventando “All Hallows Eve”, la “Vigilia di Ognissanti”. Già, perché in terre anglosassoni, i morti attraverserebbero la sottile membrana tra il mondo dei vivi e l’aldilà la sera del 31 Ottobre, anziché il 2 Novembre come, ad esempio, in territori di tradizione cattolica come l’Italia o il Messico.

Ad ogni modo, sembra proprio che questo aspetto oscuro ed esoterico del folklore globale sopporti bene il passare del tempo e si trovi ad affrontare la contemporaneità con grande vigore. Rinnovato, si potrebbe dire, dall’immensa commercializzazione e massificazione subita di pari passo col progresso. Ed eccoci al presente, alla frenesia attuale, in compagnia di zucche e scheletri, pipistrelli e castelli tenebrosi.
Halloween ha oltrepassato la soglia non solo in termini alchemici ma anche piegandosi, amalgamandosi, alle leggi del mercato. E nell’ultimo ventennio è sbarcato di prepotenza anche nella culla del Vaticano, il Bel Paese.
E’ sbalorditiva, straordinaria, potremmo dire sublime, la laicità dell’economia; uno degli aspetti migliori della tanto discussa globalizzazione.

E’ una questione di rispetto delle tradizioni unito all’innovazione, alla modernità, con uno sguardo sagace al futuro. Non sempre la mercificazione è mero mercimonio, anzi. Lo scambio di beni è scambio culturale, in un’evoluzione esplorativa oltre i confini del mondo e di se stessi.
E’ una ricerca.
Halloween si impone in Italia con i presupposti tipicamente commerciali tipici dell’archetipo americano, laddove la festa di è sviluppata maggiormente. E’ innocente, spensierata, piace ai bambini ed è principalmente destinato a loro. E loro non sono forse il domani di una nazione?
Ma non divaghiamo nei facili slogan, parliamo di numeri: Halloween, in casa nostra, coinvolge sette, otto milioni di persone all’anno, più di tremila aziende di medio-grandi proporzioni per un giro complessivo di duecentocinquanta milioni di euro.
In due giorni.
Non male come urgente surrogato al Natale e all’estate in tempo di crisi.
E nel bel mezzo dell’autunno, fa davvero comodo.

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