Dal momento in cui Progetto Nemesi ha deciso di sostenere attività di promozione socio-culturali, la prima criticità che è emersa e di cui è risultato necessario un intervento di divulgazione tempestivo ed efficace è senza dubbio la salute mentale.
Dopo due anni di pandemia sommati alla crisi climatica ed energetica e dinnanzi alle incertezze dovute all’attuale situazione geopolitica ed economica, le persone hanno raggiunto derive avvilenti dense di disillusione e senso di precarietà. Ciò contribuisce naturalmente ad enfatizzare ogni sensibilità personale ed inasprisce sensibilmente chi, in molti casi inconsapevolmente, soffre di problematiche relative alla sfera psicologica e psichiatrica. L’umore, il comportamento, l’equilibrio, sono condizioni delicatissime che vacillano in ogni manifestazione di fragilità.
Se a ciò viene sommata un’evanescente empatia nel prossimo, tipica della nostra società iper agonistica e iper competitiva, assieme ad un gravemente insufficiente comparto sociale della Cosa Pubblica, si ottiene una delle più pericolose crisi identitarie della storia recente.
La solitudine non è più soltanto una degradante sensazione personale ma diventa un problema sociale e comune, implicando la latitanza delle istituzioni e l’incrinata correlazione umana.
Manca il senso civico di vicinanza, di solidarietà reale, all’interno di un logorato comparto assistenziale che mina alle fondamenta anche le certezze economiche e quotidiane.
In definitiva, le patologie mentali già preesistenti vengono ulteriormente penalizzate ed aggravate e una consistente mole di nuovi disturbi vengono generati e cogenerati dalle premesse sovraesposte, a cui si fa fronte con estrema difficoltà.
Questa trama – all’incirca composta da nove milioni di persone in Italia – è parte integrante di un tessuto psicopatologico nazionale e al momento risulta insostenibile per le casse della sanità e malamente organizzato dagli enti sociali.
La malattia mentale è dunque argomento primario per gli incontri proposti da Progetto Nemesi.
Ci occuperemo di due focus: la salvaguardia della psiche nelle famiglie che gravitano intorno ad un soggetto disabile e la salute mentale sul lavoro in questo periodo di incertezze post-pandemiche.
Due eventi in cui coinvolgeremo medici psichiatri, psicoterapeuti, neurologi e addetti ai lavori nelle associazioni e negli enti socio sanitari che si sobbarcano – tramite il volontariato – le lacune e le mancanze delle istituzioni centrali.
Un’occasione unica per poter affrontare un argomento che ad oggi nel nostro Paese risulta ancora drammaticamente relegato alla condizione di stigma sociale. Un’occasione unica per dialogare attraverso il rispetto e la consapevolezza. Un’occasione unica per ascoltare persone che manifestano la propria criticità e i loro familiari, ponendo al centro della questione – sempre e comunque – la dignità e il diritto ad un futuro sereno.